Il 2015 è primo Anno Europeo dedicato all’Azione Esterna dell’Unione Europea e al ruolo dell’Europa nel mondo.

La scelta dell’anno non è casuale, in quanto il 2015 costituisce l’anno in cui il mondo aveva concordato di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio stabiliti nel 2000 (ad esempio: dimezzare la povertà estrema; arrestare la diffusione dell’HIV/AIDS; garantire ai bambini un’istruzione primaria etc.). L’UE ha svolto un ruolo di primo piano nel negoziato che ha portato alla definizione di tali obiettivi, volti all’eliminazione della povertà e alla promozione dello sviluppo sostenibile.

Il 2015 intende valorizzare le plurime iniziative europee volte a diminuire e, possibilmente, a eliminare la povertà a livello mondiale nonché realizzare iniziative orientate a stimolare l’interesse e la partecipazione dei cittadini europei sullo sviluppo globale.

Ancora, si vuole illustrare ai cittadini europei come funzionano gli aiuti dell’Unione Europea allo sviluppo, dimostrando come tali aiuti siano in grado di causare cambiamenti concreti e duraturi. Ad esempio, nel corso dell’ultimo decennio, grazie ai finanziamenti dell’UE, quasi 14 milioni di bambini hanno avuto accesso all’istruzione primaria, più di 70 milioni di persone hanno usufruito di acqua potabile di migliore qualità e oltre 7,5 milioni di nascite sono avvenute con l'assistenza di personale medico competente.

Il numero di coloro che si trovano al di sotto della soglia minima di povertà è sceso di 700 milioni a partire dal 1990: l’Unione Europea ha contribuito in maniera decisiva a conseguire questo risultato, ad esempio aiutando a costruire e riparare più di 87 000 chilometri di strade, in modo da consentire il trasporto di merci e prodotti alimentari e rafforzare le economie a livello locale. L’Unione Europea ha inoltre fornito denaro o altre prestazioni in natura a più di 46 milioni di persone per garantirne la sicurezza alimentare.

Da un punto di vista contabile, l’importo totale che l’UE ha destinato agli aiuti esterni nel 2013 è stato di 14,86 miliardi di euro, pari a circa il 9% del bilancio complessivo dell’UE.

Tramite la diffusione di tali dati, i contribuenti possono prendere coscienza di come il loro denaro venga impiegato nel modo più efficace possibile per migliorare la situazione di persone che, in tutto il mondo, si trovano in condizioni di povertà senza averne alcuna colpa. Peraltro, arrecare aiuto ai paesi in via di sviluppo concorre a costruire un mondo più sicuro, caratterizzato da maggiori potenzialità economiche e commerciali per l’Europa stessa.

Nell'elaborazione dei suoi programmi di aiuto, l’Unione Europea coopera in primis con i governi degli Stati di cui deve essere favorito lo sviluppo, coinvolgendo al contempo nelle discussioni anche le organizzazioni della società civile (come organizzazioni non governative, sindacati, associazioni, gruppi di difesa dei diritti umani, organizzazioni ambientaliste, camere di commercio etc.), che sono una canale privilegiato per ascolare la voce della cittadinanza.

Se gli aiuti umanitari contribuiscono a salvare rapidamente vite umane in situazioni di crisi, rispondendo a bisogni immediati, ad esempio fornendo cibo, alloggio o cure mediche in caso di conflitti o catastrofi naturali, la cooperazione allo sviluppo aiuta i paesi in una prospettiva di medio e lungo termine, in modo che possano superare la povertà e avere una crescita economica sostenibile che vada a vantaggio di tutte le componenti della società. L’Unione Europea, quindi, si sforza di garantire che il passaggio dall’emergenza  allo sviluppo si svolga in modo agevole ed equilibrato.

Gli aiuti UE supportano attualmente circa 150 nazioni ubicate in tutto il mondo. Dal momento che negli ultimi anni diversi paesi in via di sviluppo, quali l’India o la Malaysia, hanno registrato una forte crescita economica e sono riusciti a ridurre la povertà, gli aiuti UE stanno attraversando una fase di nuova modulazione, per andarsi a concentrare soprattutto sugli Stati più poveri al mondo: tra il 2014 e il 2020, circa il 75% del sostegno dell’UE sarà destinato proprio alle nazioni più indigenti, che, inoltre, sono spesso colpite da catastrofi naturali o conflitti, che ne rendono particolarmente vulnerabili gli abitanti. Inoltre, gli aiuti, si concentreranno maggiormente in alcuni settori, quali il buon governo, i diritti umani, la democrazia, la sanità, l’istruzione, l’agricoltura e l’energia.

Per avere maggiori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale dell’Anno Europeo dello Sviluppo 2015:

https://europa.eu/eyd2015/it