Strand 1 - Memoria Europea

Nell’ambito di questo Strand, è possibile tenere presenti una delle seguenti tre priorità, valide tutti gli anni, oppure una delle priorità previste specificatamente per ciascun anno, di seguito indicate.

1 - ANTISEMITISMO, ANTIZIGANISMO, XENOFOBIA, OMOFOBIA E ALTRE FORME DI INTOLLERANZA: TRARRE UNA LEZIONE PER OGGI 

I totalitarismi del XX secolo hanno privato determinate categorie della società dai loro diritti di base, fino all’esclusione totale e al genocidio. Ciò è avvenuto, ad esempio, per le comunità ebraiche e Rom e per altre minoranze razziali, culturali o etniche sotto il regime nazista, comprese le persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali / transgender e intersessuali). Facendo uso di ideologie fuorvianti e di una propaganda ingannevole, i regimi in questione hanno operato veri e propri omicidi di massa.

Le passate manifestazioni di antisemitismo, xenofobia, omofobia e altre forme di intolleranza dovrebbero essere analizzate e discusse, anche in rapporto al presente. Attraverso i loro progetti, i candidati possono cercare di fornire risposta a domande quali: come riconoscere un “capro espiatorio” e decostruire il processo che porta all’esclusione e all’emarginazione? Quali sono gli strumenti educativi a livello UE e nazionale per prevenire queste forme di intolleranza?

Attraverso i loro progetti, i candidati rifletteranno inoltre sul significato delle odierne conquiste democratiche come lo stato di diritto, le libertà, il rifiuto del razzismo e i diritti civili.

2 - SOCIETÀ CIVILE E PARTECIPAZIONE CIVICA SOTTO I REGIMI TOTALITARI 

Sotto i regimi totalitari, concetti democratici come "società civile", "movimento sociale", "impegno", "coinvolgimento", "costituzione", "libertà" e "democrazia" sono stati annullati nella loro sostanza e deprivati di significato.

Campagne elettorali, manifestazioni politiche, riunioni pubbliche e dibattiti si erano trasformati mere caricature dei riti della democrazia volte a legittimare il potere costituito e generalmente non erano spontanei, ma resi possibili solo attraverso la coercizione e utilizzati per irreggimentare le persone e controllarle, nonché per approvare orientamenti politici discrezionali.

Anche uno degli atti di impegno democratico più significativi, l'adesione a un partito politico, era sviato dal suo obiettivo naturale (vale a dire partecipare alla vita pubblica e influenzarla): in genere, serviva a dimostrare lealtà verso un partito monolitico, ossequio alla verità ufficiale, ed era utilizzato soprattutto per riuscire ad accedere a certe posizioni o servizi.

L'informazione pubblica era monopolizzata e distorta da parte di organismi pubblici, senza voci indipendenti a contrastarla.

Per contro, i movimenti sociali autentici provenienti dalla società civile erano spesso emarginati, minacciati o repressi perché considerati socialmente pericolosi dal potere totalitario e, pertanto, dovevano nascondersi, resistere o scendere a compromessi.

Qualsiasi opinione diversa che venisse espressa pubblicamente era trattata come "dissidenza". La libertà di parola era vietata. Le decisioni politiche dovevano essere applicate senza alcuna seria discussione o riflessione. In qualche modo, i movimenti democratici e della società civile furono assorbiti e sfruttati dal sistema monopartitico che caratterizzava i regimi totalitari.

Basandosi sulle esperienze totalitarie, progetti possono sviluppare una riflessione sugli abusi e sulle distorsioni dei riti democratici, avvenuti segnatamente per mezzo della propaganda e dei mezzi di informazione ufficiali, concentrandosi sulle differenze tra falsa democrazia e democrazia reale e sottolineando i vantaggi di una società civile viva, forte e indipendente.

L'obiettivo è dimostrare che le organizzazioni della società civile costituiscono un nesso indispensabile tra i cittadini e le istituzioni e che svolgono un ruolo importante nei regimi democratici per raggiungere i cittadini e far arrivare le loro idee fino al livello politico.

Attraverso i loro progetti, i candidati rifletteranno inoltre sul significato delle odierne conquiste democratiche come lo stato di diritto, le libertà e i diritti civili, e sottolineeranno la fragilità dei diritti civili (libertà di espressione, diritto di voto, ecc.), quando non vi siano forti contrappesi. L'obiettivo è anche quello di dibattere sulle modalità e sui meccanismi concreti tramite i quali si possono salvaguardare le libertà e i diritti civili e garantire il dialogo civile a livello nazionale e dell'UE.

3 - TRANSIZIONE DEMOCRATICA E ADESIONE ALL'UNIONE EUROPEA 

Per molti Stati membri che hanno esperito la transizione alla democrazia nella loro storia recente, l'adesione all'Unione Europea ha svolto un ruolo importante nel sostenere e consolidare il processo di democratizzazione.

Ad esempio, attraverso il sistema di "condizionalità democratica", la pre-adesione ha stimolato cambiamenti politici e riforme strutturali, rafforzato le capacità amministrative e migliorato la tutela delle minoranze.

I progetti finanziati nell'ambito del Programma possono analizzare il modo in cui la prospettiva di adesione all'Unione Europea ha influenzato le pratiche e gli standard democratici di ex regimi autoritari o dittature, come pure riflettere inoltre sul ruolo dell'adesione all'Unione Europea nel processo di transizione democratica.

I progetti che sviluppano questa priorità si devono in particolare soffermare sulle manifestazioni storiche, i tornanti o le fasi che hanno caratterizzato questo lento processo di trasformazione, sottolineando in quali modi essi hanno contribuito a superare il passato, a conseguire l'obiettivo finale di "tornare in Europa" e a costruire il futuro.

I progetti devono mettere in evidenza quali sono stati i fattori chiave di questo processo e sottolineare le difficoltà incontrate o quelle che ancora esistono, soprattutto dopo l'eliminazione della condizionalità pre-adesione e l'adesione all'UE.

Pur tenendo conto degli allargamenti realizzati in questi ultimi decenni e dei loro risultati in termini di democratizzazione, i progetti apriranno la discussione sull'auspicabilità di futuri allargamenti o su altri tipi di partenariato cui si applica la politica di vicinato dell'UE.

4 – PRIORITÀ SPECIFICHE PER GLI ANNI 2019, 2020 (non obbligatorie)

2019

  • 1919 Trattati di Pace che hanno portato alla conclusione della Prima Guerra Mondiale, inclusi i trattati di Versailles
  • 1939 Fine delle Guerre civili spagnole in una prospettiva europea
  • 1979 Elezioni del Parlamento europeo e 40° anniversario della prima elezione diretta del PE  nel 1979
  • 1989 Rivoluzioni democratiche in Europa centrale e orientale e caduta del muro di Berlino
  • 2004 15 anni di allargamento dell'UE nell'Europa centrale e orientale


2020

  • 1950 Dichiarazione di Robert Schuman
  • 1990 Riunificazione della Germania
  • 2000 Proclamazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea

 

Strand 2 – Impegno democratico e partecipazione civica

Nell’ambito di questo Strand, che racchiude al suo interno i Bandi “Gemellaggio fra città”, “Reti di città” e “Progetti della Società Civile”, è fondamentale, ai fini della valutazione, sviluppare una delle priorità tematiche previste per il periodo 2016-2020.

Tali priorità sono:

1 - PROMOZIONE DEL DIALOGO INTERCULTURALE E DELLA COMPRENSIONE RECIPROCA NELL'OTTICA DI CONTRASTARE LA STIGMATIZZAZIONE DEI MIGRANTI E DEI GRUPPI MINORITARI.(PRIORITÀ VALIDA DAL 2016 AL 2020)

Al giorno d'oggi nel dibattito politico è regolarmente praticata, soprattutto da movimenti estremisti e populisti, la stigmatizzazione degli “stranieri", degli "immigrati" o delle "le minoranze". 

Approfittando dei livelli elevati di disoccupazione e della precarietà sociale degli elettori, come anche della paura della globalizzazione e del terrorismo, gli "immigrati" sono presentati come i responsabili di tutti i mali o come potenziali minacce per la conservazione del tenore di vita, per la coesione sociale e per la sicurezza interna dei paesi. La loro stigmatizzazione avviene attraverso la propaganda politica, l'incitamento all'odio e una retorica volutamente ambigua, in cui si fondono concetti diversi (crisi e migrazione; terrorismo e migrazione) per unificare le comunità nazionali contro un capro espiatorio designato.

Tali dibattiti politici inaspriscono la xenofobia, il razzismo, l'intolleranza e le discriminazioni, e minacciano la coesione delle società dell'UE. Essi potrebbero portare a limitare i diritti fondamentali delle minoranze, erigere nuovi confini, ostacolare l'integrazione e la comprensione reciproca e adottare normative in contrasto con i valori fondamentali su cui si fonda l'Unione Europea, nonché al tempo stesso favorire l'ulteriore emarginazione delle persone più vulnerabili o emarginate all'interno delle società dell'UE (le fasce sfavorite e svantaggiate, che spesso includono i giovani e le persone originarie di Paesi Terzi), e in certi casi perfino provocare un isolamento dei medesimi.

In questo contesto, il Programma "Europa per i cittadini" finanzia progetti volti a incoraggiare il dialogo interculturale e la comprensione reciproca attraverso la partecipazione di cittadini europei insieme eventualmente a cittadini di Paesi Terzi che soggiornano legalmente nell'UE. 

I progetti devono contribuire a superare gli stereotipi sui migranti decostruendo i processi passati e presenti di stigmatizzazione  e promuoveranno inoltre la tolleranza e il rispetto dei valori comuni, utilizzando contro-narrazioni per creare una più corretta percezione dei cittadini dei Paesi Terzi da parte dei cittadini dell'Unione Europea.

Dal momento che l'integrazione è un processo bidirezionale, dovrà esservi anche una riflessione sui modi per favorire la partecipazione alla vita civile dei cittadini di Paesi Terzi legalmente residenti nell'Unione Europea.

Per affrontare compiutamente questa priorità, è opportuno considerare anche il recente documento ufficiale UE “A European Agenda on Migration”.

2 - DIBATTITO SUL FUTURO DELL'EUROPA E SULLA SFIDA RAPPRESENTATA DALL'EUROSCETTICISMO

Nell’ambito di questa priorità, i cittadini dovrebbero essere invitati a esprimere la loro opinione su quale tipo di Europa desiderano e di delineare la loro visione a lungo termine per il futuro dell’integrazione europea. In questo contesto, il Libro bianco sul futuro dell’Europa rappresenta un punto di partenza.

Questo dibattito dovrebbe basarsi sui risultati concreti conseguiti dall’Unione Europea, riflettendo altresì sulle sulla sfida rappresentata dall’euroscetticismo, suggerendo possibili iniziative che l’Unione Europea può intraprendere per promuovere un senso di appartenenza all’Europa, per comprendere i benefici dell’Unione europea e rafforzare il ruolo sociale dell’UE e coesione politica.

L’euroscetticismo si tra diffondendo progressivamente negli Stati membri. Nell’ambito dell’euroscetticismo rientrano atteggiamenti nei confronti della costruzione europea diversi fra loro, che vanno dalla pura e semplice critica delle sue modalità di integrazione attuali (atteggiamento eurocritico)
a una vera e propria ostilità nei confronti dell’Unione europea in quanto tale (eurofobia).

L’euroscetticismo, sempre più influente nelle agende politiche degli Stati membri e del Parlamento Europeo e sempre più diffuso fra determinati gruppi di elettori, è diventato una realtà che richiede analisi, discussioni e comprensione ulteriori.

In quanto spazio pubblico autenticamente democratico, l’Unione Europea dovrebbe prendere in considerazione tale realtà senza pregiudizi e invitare a far sentire la loro voce i cittadini dell’Unione Europea che non sono del tutto convinti dei suoi vantaggi o sono delusi dai risultati conseguiti fino ad oggi e dagli orientamenti attuali.

In quest’ottica, si invitano i candidati a elaborare progetti che riflettano sulla comprensione dell’euroscetticismo e stimolino la discussione sulle sue conseguenze per il futuro dell’Unione europea.
Allo stesso tempo, i progetti sono invitati a illustrare i vantaggi delle politiche dell’Unione Europea, riconoscere le difficoltà incontrate e le sfide future, nonché a presentare i risultati ottenuti e il costo di un’eventuale Europa non più unita.

In tali dibattiti, i progetti possono discutere i seguenti temi e questioni:

  • qual è l’esatta definizione di euroscetticismo?
  • si tratta di un fenomeno politico recente, aggravato dalla crisi finanziaria, o esisteva già da tempo?
  • perché si sta diffondendo?
  • la critica è rivolta a tutto il processo di integrazione europea o solo alle sue modalità attuali?
  • come si ripercuote l’euroscetticismo sulle condizioni di partecipazione civica e di impegno democratico a livello nazionale ed europei?
  • gli euroscettici costituiscono un gruppo omogeneo oppure sono individuabili differenti posizione euroscettiche?
  • attraverso quali modalità gli euroscettici diffondono le loro idee?
  • come è possibile esaminare e prendere in considerazione i principali dubbi e preoccupazioni dei cittadini euroscettici?
  • quali sono i pericoli, insiti nell’euroscetticismo, per l’integrazione europea e il suo futuro?
  • come trasformare le critiche verso l’UE in uno stimolo utile e positivo per il miglioramento delle condizioni attuali e per la costruzione europea a lungo termine?


Come rivelato dal succitato diffondersi dell’euroscetticismo, i cittadini europei non hanno sempre una concezione positiva dell’attuale Unione Europea. Pertanto, è fondamentale raccogliere l’opinione dei cittadini su quale Europa vogliono e che cambiamenti ritengono opportuni.

Tale dibattito dovrebbe fondarsi sugli insegnamenti tratti dalla storia e, in particolare, sui risultati concreti conseguiti dell’Unione Europea; inoltre la riflessione dovrebbe anche offrire nuovi messaggi e discutere le azioni intraprese dall’Unione europea, sia quelle interne per rafforzare la sua coesione sociale, economica e politica, sia quelle a livello internazionale per mantenere il suo ruolo di leader in un mondo sempre più globalizzato.

Nella sua comunicazione sulle elezioni del 2014 per il Parlamento Europeo, la Commissione, riferendosi alle future consultazioni del 2019, ha sottolineato l’importanza «di individuare modalità di rafforzamento della dimensione europea e della legittimazione democratica del processo decisionale dell’Unione Europea, nonché di esaminare più approfonditamente e tentare di affrontare i motivi per i quali la partecipazione in determinati Stati Membri resta sempre bassa. Ciò indica la necessità di individuare nuovi modi per favorire la partecipazione alle prossime elezioni, in particolare per mezzo di un tempestivo sostegno alle campagne di sensibilizzazione a livello nazionale, regionale e locale».
In questo contesto, i cittadini europei dovrebbero anche essere invitati a esprimersi su come agire concretamente per creare un’Unione più democratica, in modo da coinvolgerli di nuovo nel progetto europeo. Si dovrebbe prestare particolare attenzione, oltre che alla partecipazione elettorale e ai canali classici della democrazia rappresentativa, agli strumenti di partecipazione civica (come l’Iniziativa dei Cittadini Europei) e ai canali innovativi di partecipazione digitale, come i social media e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

I progetti dovrebbero quindi favorire e incrementare la partecipazione civica e democratica a livello di Unione, promuovere la raccolta delle opinioni dei cittadini europei e dei cittadini dei extra-UE regolarmente soggiornanti in Europa sulle politiche comunitarie, sfruttando appieno il potenziale offerto dalle nuove tecnologie digitali.

Il dibattito non dovrebbe essere limitato a chi già sostiene l’idea dell’Unione europea, ma raggiungere i cittadini che rifiutano o mettono in discussione l’Unione europea e le sue realizzazioni o che sono indifferenti all’argomento.

3 - SOLIDARIETA' IN TEMPO DI CRISI

Il concetto di solidarietà si riferisce solita­mente al sostegno reciproco all’interno di un gruppo unito dagli stessi interessi o valori ed è strettamente legato ai concetti di generosi­tà, reciprocità e responsabilità.
I progetti dovrebbero interrogarsi sul signifi­cato della solidarietà per un soggetto politi­co composto da stati-nazione come l’Unione Europea, soprattutto in un contesto di crisi, economica, sociale e identitaria. In particola­re, potranno soffermarsi su quali sono i limiti legali, politici, economici, financo etici, della solidarietà europea.
La questione della solidarietà in contrap­posizione alla responsabilità, inoltre, viene sempre più spesso sollevata nell’ambito di altri settori politici, come la migrazione. Nel lungo periodo la questione della solidarietà potrebbe minacciare la coesione interna dell’UE: essa pertanto richiede un ampio di­battito.
Attraverso i loro progetti, i candidati sono invitati a considerare i meccanismi di solida­rietà esistenti all’interno dell’UE, riflettendo sui settori in cui tali meccanismi comuni po­trebbero essere utili e sviluppati come tali. Essi prenderanno inoltre in considerazione altri possibili canali di solidarietà europea come il volontariato, le donazioni, le fonda­zioni, le organizzazioni della società civile, le associazioni di beneficenza, il finanziamento collettivo (crowdfunding) etc.
In questi progetti, i cittadini devono avere la possibilità di approfondire e discutere il valore aggiunto dell’intervento dell’Unione Europea in tempi di crisi, quando le risposte nazionali appaiono insufficienti, sottolinean­do nel contempo le contropartite e i limiti di tali meccanismi di solidarietà in termini di responsabilità e costi finanziari. Essi contri­buiranno a superare la percezione nazionale della crisi promuovendo una comprensio­ne reciproca della situazione e attraverso la creazione di sedi in cui si possa discutere in modo costruttivo delle soluzioni comuni.
Un nuovo strumento istituito nel contesto di questa priorità è rappresentato dai Corpi Europei di soli­darietà, una nuova iniziativa dell’Unione eu­ropea che offre ai giovani opportunità di volontariato, nel proprio paese o all’estero, nell’ambito di progetti destinati ad aiutare comunità o popolazioni in Europa. Per mag­giori informazioni si consulti il sito: europa.eu/youth/solidarity_it .